La Renault 4 rossa, bara dimenticata
La Renault 4 rossa, bara dimenticata E' finita in un cortile della periferia di Roma la Renault 4 rossa che conteneva il corpo di Aldo Moro, trovato il 9 maggio 1978, in via Caetani. Era stata rubata qualche mese prima al suo proprietario, un imprenditore di origine marchigiana, Filippo Bartoli che aveva immediatamente denunciato il furto. E a lui fu restituita, dopo che era stato interrogato più volte e alla fine risultato estraneo al rapimento e all'uccisione del presidente della Dc. Bartoli l'ha lasciata, coperta da un telone, tra altri rottami, in un'area di sua proprietà,a Roma, in via Casette Mistici, dove è stata "riscoperta" all'inizio del 2007. Giorgio Guidelli, un giornalista del "Resto del Carlino", ha poi scritto un libro sulla ricerca dell'automobile, che fu la prima bara di Moro. La R4 rossa è ormai inservibile, dopo i minuziosi accertamenti a cui fu sottoposta da parte della polizia scientifica e degli artificieri, che l'avevano anche aperta con la fiamma ossidrica. Ma, nonostante i terribili ricordi ad essa legati - spiega Bartoli - "non riesco a separarmene". La vettura fu riconosciuta subito nelle immagini Tv anche dalla moglie e dalle figlie dell'imprenditore, a causa di una caratteristica macchia di bitume. Bitume e sabbia erano i materiali trattati dall'azienda di Bartoli e tracce di sabbia furono rinvenute sul corpo dello statista ucciso. Inizialmente si pensò ad un depistaggio da parte dei brigatisti, ma lo stesso Bartoli spiegò che probabilmente si trattava dei resti di qualche carico da lui trasportato con la Renault. L'imprenditore e i suoi familiari hanno resistito a tutti i progetti di esporre l'automobile, compreso quello tentato da Venanzo Ronchetti, ex sindaco di Serravalle di Chienti, il paese del maceratese di cui la famiglia è originaria e dove ancora torna tutte le estati. Respinte anche altre proposte venute dalla Renault e dai registi che si sono occupati del caso Moro, per film o fiction televisive. Nel libro di Guidelli, "L'auto insabbiata, la bara di Moro ritrovata 30 anni dopo" (edizioni Quattroventi), lo stesso Valerio Morucci, intervistato dal giornalista, si dice favorevole all'idea di esporre la macchina in via Caetani a ricordo "del nostro errore". In occasione del trentennale del rapimento e dell'uccisione dello statista, dell'automobile si occuperanno servizi giornalistici di Tv italiane straniere. Ma, al momento, la Renault rossa sembra destinata ancora a rimanere in quel cortile, a differenza, ad esempio, delle vetture utilizzate da Moro e dalla sua scorta al momento dell'agguato in via Fani, che ora sono finite in depositi giudiziari, o dell'A 112 bianca crivellata di colpi dove furono uccisi a Palermo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ora custodita a Saluzzo. fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inlavorazione/visualizza_new.html_71697636.html
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