Fortuna che qualcuno ha marcato visita!

Premessa:
organizzare un raduno in una parte estrema della penisola è problematico perché la gente parte sempre dal preconcetto che è “troppo lontano”. Se poi l’evento è sulle Alpi, all’inizio della primavera, al primo preconcetto si somma quello siberiano del “chissà quanto fa freddo!”
Riuscire a portare 25 R4 in Trentino a queste condizioni è già una soddisfazione formidabile!

Oltre a quella della massiccia partecipazione, quest’anno la polentata mi ha dato davvero un sacco di altre soddisfazioni e, siccome ormai ho una certa età, per tenerne buona memoria cercherò di elencarle qui di seguito:

La gita alla campana dei caduti.

Con mi grande meraviglia ho scoperto che quasi nessuno in Italia sa che a Rovereto, in provincia di Trento, si trova una delle più grandi campane del mondo e che questa campana, suona quotidianamente al tramonto cento rintocchi in ricordo di tutti i caduti di tutte le guerre.
Questa campana è stata ideata e voluta da un prete, don Antonio Rossaro, ed è stata fusa con il bronzo dei canoni delle nazioni che parteciparono alla prima guerra mondiale.
Sentire dal vivo la voce di questo colosso pensando a cosa rappresenta, per me, è sempre stata una cosa emozionante.
Per ciò, portare gli errequattristi dalla Campana è sempre stata una delle mie maggiori ambizioni. Purtroppo tra Rovereto e Baselga di Pinè, dove facciamo base, ci sono una cinquantina di chilometri che, dalle nostre parti, vogliono dire un’ora di viaggio. Per questo motivo non avevo mai proposto prima la gita: avevo sempre pensato che partire da Baselga per andare a Rovereto ad assistere al suono del monumento per poi tornare a “casa” fosse un’impresa troppo complicata e che, tutto sommato, non suscitasse l’interesse della “massa”.
Questa volta, preso il coraggio a due mani ho lanciato l’idea. e, a differenza di quanto avevo immaginato, la proposta ha suscitato subito un certo interesse.
Per semplificare un po’ le cose, visto che i partecipanti arrivavano tutti da sud, ho pensato di eliminare il viaggio di andata radunando il gregge direttamente nella città della quercia, prima che arrivasse a Baselga.
Ero comunque perplesso perché l’arrivo al campeggio sarebbe avvenuto certamente dopo le 22, per la carovanata da Rovereto a Baselga, per la temperatura, per le previsioni meteo…
Il progetto iniziale prevedeva la riunione deglli errequattristi al casello di Rovereto sud tra le 18.30 e le 19.30, l’arrivo alla campana per le 20, la cerimonia alle 20.30, la partenza per Baselga alle 21 e la pizzata al campeggio per le 22…
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
L’orario al quale suona la campana, da tempo immemorabile, cambia in concomitanza con il passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa. Quest’anno, senza alcun preavviso, lo spostamento dell’orario dalle 20.30 alle 21.30 è avvenuto con una settimana di anticipo!
Una doccia gelata!
A cinque giorni dall’appuntamento, ho visto il mio bel progetto andare in fumo!
Come faccio a proporre a gente che si è fatta dai 500 ai 1.600 chilometri di R4 di arrivare in campeggio alle 11 di notte?! Ho pensato.
Invece, alla notizia dello spostamento dell’orario, gli errequattristi hanno risposto compatti “no ghe né problemi!” merenda al cofano e si va a visitare la campana!
È stato bellissimo!
Letizia, Massimo, Angelo e Renato con i relativi passeggeri, contrariamente a qualsiasi previsione ed alla tradizione errequattrstica, sono arrivati al casello con un ora di anticipo. In compenso, io con Roberta, Mara, Silvana e relativi consorti (che erano arrivati direttamente al campeggio in mattinata – primo pomeriggio) ero puntualmente in ritardo sulla tabella di marcia.
Nel parcheggio davanti l casello di Rovereto sud (lago di Garda nord) è cominciata la festa!
Dopo aver fato merenda siamo saliti sul colle da ove si domina la valle dell’Adige e la città di Rovereto illuminata dalle luci notturne.
Dopo aver visto e sentito suonare Maria Dolens, siamo partiti alla volta di Baselga attraversando, in notturna, il centro storco di Rovereto lungo l’antica via della Terra: strada che, dai tempi di Dante, congiunge Roma con il nord Europa.
La soddisfazione dei presenti è stata un bellissimo premio per l’impegno e le preoccupazioni.
E questa è già stata una gran soddisfazione!

Le partecipazioni

Alla prima si è sovrapposta l’altrettanto grande soddisfazione di vedere Letizia in Trentino.
Si sa, a parte qualche eccezione tipo Anna o “la Pagot” o quella disgraziata di mia figlia, sono poche le signore che amano girovagare in R4 ed ero incredulo quando Massimo mi ha detto che la sua gentile consorte lo avrebbe accompagnato lungo gli almeno 3.200 di strada che, tra andata e ritorno, separano Scicli da Trento! (...anche perché so per certo che letizia, come le zagare, “teme il gelo!”)
Onore al merito (solo per citare quelle che vengono da più lontano) anche a Silvana, Stefania, Mara e Roberta che hanno accompagnato rispettivamente Berto, Enrico, Adriano e Mauro lungo le strade della penisola.
Menzione d’onore ad Armando, probabilmente il più giovane lungochilometrista errequattristico del gruppo, che è venuto da Nocera con il papà Angelo su una frog… e non aggiungo altro!
In fine, una nota speciale a Trip: cane viaggiatore che ha dormito da Scicli a Baselga e ritorno!

Alla serata di sabato, dove abbiamo contato circa una settantina di presenze, si sono presentati, approssimativamente inattesi, i ragazzi del 4l trophy: Virginia ed Edouard da Torino con la 137, e Mara e Matteo con la 1376, accompagnati da Massimo, il presidente dell’associazione Run4children di Bolzano e Giorgio, membro del direttivo della stessa.
Si sa, io soffro di una ipersensibilità per certe cose e vedere Virginia arrivare da Torino e Marta da Pesaro solo per incontrare me, mi ha quasi commosso!
Grazie ragazze!
(non vi preoccupate: non ci credo neanche io. Si è visto benissimo che avete fatto cumunella tra di voi, reduci dell’Africa! Comunque io sono felicissimo ugualmente di avervi conosciuti di persona e che ci abbiate onorati della vostra presenza!)
...grazie anche ai vostri accompagnatori (nota di biasimo a chi non è venuto!)
Graditissimo è stato anche il ritorno di Stefania e Simone, che in Africa ci sono stati lo scorso anno e che ho scherzosamente ricattato perché partecipassero anche a quest’edizione della polentata. Si sono presentati in vespa ma “li voliamo bene uguale”!

Ovviamente anche il numero dei partecipanti ha costituito di per se un grande soddisfazione perché da la conferma della bontà del lavoro fatto in questi anni.

La visita al Muse

Nel programma di elevazione del livello culturale degli errequattristi, Diego, da sempre particolarmente sensibile a queste tematiche, ha preso l’iniziativa di organizzare la visita guidata al museo di scienze naturali di Trento che è uno dei vanti della città. Anche questa iniziativa è stata premiata da un grande successo di pubblico.

A dire il vero, nel cercare un parcheggio in prossimità del centro della città per portare le “mucche” al pascolo in un posto dal quale i radunisti potessero raggiungere punti di interesse turistico, abbiamo scoperto che l’amministrazione comunale è divenuta restia a concedere spazi di questo genere. L’unica area disponibile era quella di piazza delle Donne Lavoratrici – viale della Costituzione, nel nuovo quartiere progettato da Renzo Piano, architetto di grido al quale la città di Trento ha affidato la progettazione del recupero di un sedime ex industriale.
In effetti l’area non è proprio vicinissima al centro dal quale dista circa un chilometro. Però il quartiere e nuovo, la piazza è bella, comincia proprio davanti alla biblioteca universitaria ed è adiacente ad un bel prato che termina sull’argine dell’Adige.
… e poi non c’era alternativa!
Visto ciò, il Diego ha detto “dato che siamo ad uno sputo dal Muse, vado a vedere cosa ci possono offrire! Visitare un museo senza una guida, se non hai un’adeguata preparazione, può metterti nelle condizioni di perdere particolari di grande interesse, una guida, quindi, fa sempre comodo…”
Detto, fatto!
Io, la visita guidata me la sono persa: dovevo cucinare!
In effetti, a cucinare aveva già cominciato la mia dolce metà che, da sabato mattina, ha cominciato a spadellare crauti, crauti azzimi e zuppe vegane.
Si, perché nel crescere anche il nostro gruppo ha acquisito vegetariani, vegani e ciliaci con la conseguente necessità di modulare l’offerta alimentare tenendo conto anche di queste esigenze.

La cena di sabato

Che dire? Polenta, crauti e spezzatino sono spariti come la bruma al sole! E questa è già da sola una grande soddisfazione perché conferma il gradimento della nostra cucina.
Cucina trentina contornata da specialità internazionali!
La pasta di mandorle ed il cannellino di Scicli, la zizzona e le caciotte di Battipaglia, il taleggio di Bergamo, il parmigiano di Parma, i ciccioli di Brescello, i topini di Pavia eccetera, eccetera, eccetera!
La serata è volata via in un lampo!

Domenica

la domenica è sempre un “the day after”. Se poi ci aggiungiamo il passaggio all’ora legale…
Facce provate dai bagordi. Gente che non riesce a venir fuori dalla branda.
Qualcuno comincia a preparare i bagagli di buon ora. Cominciano i saluti fin da prima di pranzo.
Dopo un breve giretto il paese si torna a pranzare al campeggio. Gli avanzi sono tanti che non serve neanche cucinare la pasta.
Poi ci guardiamo intorno: nonostante le partenze della mattinata ci sono comunque una cinquantina di persone a tavola!
Dopo pranzo, come se il cielo avesse faticosamente trattenuto la pipì per due giorni, è venuto giù il diluvio universale!
Forse Giove pluvio ha voluto farci notare la benevolenza con la quale ci ha regalato due giornate quasi estive in un periodo di fine inverno – inizio primavera.
Doppia soddisfazione per il numero delle presenze della domenica e per la fortuna di aver potuto offrire un fine settimana di bel tempo!

I nuovi contatti

sabato mattina si sono presentati al campeggio due signori che abitano a Verona per cercare informazioni sul mondo errequattristico. Sabato pomeriggio è arrivato un signore di Noventa Vicentina, domenica due gruppi di neofiti trentini…
La nostra fama si sta spandendo a macchia d’olio ed anche questa è una soddisfazione!

Cos’altro potevamo volere di più?!

Ringraziamenti

un sentito grazie
alla presidenza del Consiglio Provinciale che ci ha fornito le bandiere che sono andate a Scicli ed a Pesaro nonché il libri che abbiamo sorteggiato sabato sera;
all’ APT Pinè – Cembra che ci ha regalato le borsine con il materiale pubblicitario;
alla Fondazione Opera Campana dei Caduti che ci ha permesso di accedere all’area sacra “fuori orario” (l’accesso serale è consentito solo da giugno a settembre), ed, in particolare, a Enrico, il custode che ci ha aperto i cancelli ed accolto;
grazie a Marta e Gianluca del campeggio Canè in Fiore, per la cortesia e la pazienza con la quale ci hanno ospitato;
grazie ad Alessandro di “Amaca s.r.l.” che ci ha regalato gli adesivi,
al mio personale correttore di bozze che, oltre a cucinare crauti ed altre cose, ha fatto in modo che non trovaste troppi errori in questo sproloquio.

p.s.
qualcuno si sarà certamente chiesto come mai io porti sempre quella vecchia felpa ormai logora e quasi indecente.
La risposta è semplice: non ne ho altre!
Le felpe “moderne” hanno quasi sempre il cappuccio e di felpe con le maniche corte non se ne trovano praticamente più!
Se qualcuno ne trovasse qualcuna in vendita si ricordi di me!
…taglia almeno XL, ovviamente!
 
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