Premessa: n.d.P. sta per “nota della Puffa"

Premessa 2 : n.d.K. sta per "nota di Khitarro"

Ok, ok!

il pezzo precedente sapeva un po' troppo di “compito delle vacanze” del tipo _DSC0026“parla di una giornata speciale” o giù di lì!

D'altra parte non è mica facile scrivere su commissione e metterci anche del sentimento...

Mi aspettavo che qualcuno di quelli con i quali sono più in confidenza (o qualcuno del “nocciolo duro”) mi chiamasse e mi dicesse “hei, Giulietto, il tuo ultimo scritto non assomiglia neanche un po' a quello di Milano!” ma gli amici sono troppo buoni ed hanno fatto finta di niente.

Khitarro, invece, è un fetente e pur di riempire il portale pubblicherebbe anche la pubblicità degli ultrapampers! (ovviamente sto scherzando e mi prendo certe libertà perchè tra me e Khit, ormai, corre un legame fraterno essendo che lui, in quel di Francia, ha salvato la vita della Puffa e la mia!)

Adesso vediamo di metterci un po' di anima...

 

A pensare ai fatti di Thenay, la prima domanda che sorge nell'animo di chi non soffre di errequattrite è “ma chi cavolo ve lo fa fare?!”

Devo confessare che, negli ultimi quindici giorni me lo sono chiesto spesso anch'io!

Ovviamente noi tutti sapevamo ben prima di partire cosa vuol dire farsi qualche migliaio di chilometri in R4. Sapevamo qual è la velocità media di crociera delle nostre vetture, quanto sono rumorose e scomode dopo alcune ore di viaggio(n.d.k. parla per te, la mia è comodissima). Sapevamo che, arrivati a destinazione avremmo dormito in tenda e sapevamo che le previsioni del tempo erano tutt'altro che favorevoli ad un'impresa del genere. Quindi la domanda è tutt'altro che ingiustificata.

La solita scusa “sindrome di Peter Pan” può valere per Khit, Quattrelle 57, Bigrigio, Erre4garage o per me, personaggi attempati e nostalgici che con gesta di tal genere pretendono di dimostrare di non essere vecchi (n.d.k parla per te, io sono giovanissimo), ma sicuramente non vale per Azazello, Ugo, Rouge e per la Puffa che non hanno tanti anni da scalare...

Cos'è che ha spinto questi quattro ragazzi e parecchi altri loro coetanei ad affrontare un viaggio del genere per passare qualche giorno in un campo incolto a veder passare vecchie macchine più o meno scassate? Sicuramente il fascino di un oggetto che non ha nulla a che fare con le mode ha il suo bel peso ma di certo questo non è tutto... mi sa che la domanda è destinata a rimanere senza risposta!

Un po' di cronaca di viaggio.

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Venerdì 14 luglio, data simbolica perchè anniversario della presa della Bastiglia e festa nazionale in Francia, la Puffa ed io siamo saliti in macchina verso le nove del mattino e siamo partiti alla volta di Bolzano...qualcuno si chiederà cosa centra Bolzano con la Francia...quel qualcuno non sa che io trovo SEMPRE una scorciatoia e quindi, dovendo arrivare da mia zia in Alta Savoia partendo da Trento, ho deciso di valicare le Alpi dalla parte di Bolzano per attraversare la parte meridionale della Svizzera. Sulla carta la strada era facile: bastava percorrere la statale 19 da Davos a Martigny...

Prima di partire non avevo mai prestato attenzione al fatto che per passare dall'Alto Adige alla Svizzera non ci sono trafori e che la statale svizzera numero 19 comprende, tra l'altro, l'Oberalppass a 2044 metri di quota, Realp Tiefenbach a 2110 metri di quota e, dulcis in fundo, il Furkapass posto a quota 2.436 metri sul livello del mare! (otre a qualche altro passo di secondaria importanza orografica!) Il fatto che google maps e viamichelin consigliassero di fare il giro dal traforo del Monte Bianco anche se in termini di chilometri la strada e un bel po' più lunga avrebbe dovuto far sorgere in me perlomeno qualche sospetto ma la mia sconfinata presunzione e l'avversione per autostrade e tecnologia mi hanno indotto a perseverare nel mio intento.

stelvio1 stelvioa



Quindi, forse anche sopravalutando le doti di navigatrice della mia compagna di viaggio, sono partito all'avventura convinto di arrivare in Savoia nel pomeriggio dello stesso giorno. Mi sarei fermato a salutare la zia, avrei pernottato da lei, ovvero a metà strada tra Trento e Thenay, e, la mattina seguente, mi sarei aggregato alla colonna proveniente dal Frejus... illuso!

Arrivato nei pressi della frontiera italo - elvetica mi sono trovato davanti lo Stelvio! Imponente! Maestoso! Altissimo! Pieno di tornanti! Quarantotto solo a salire ed erano numerati a scendere ovvero il primo che ho incontrato portava il numero 48: non potevo neppure illudermi che ce ne fosse qualcuno in meno!

passostelvioQuando Dio volle siamo arrivati in cima. 2754 metri sul livello del mare. Il panorama... nuvole dall'alto... va bhe, lo scopo non era quello di raggiungere la vetta per guardare di sotto ma di scavalcare le Alpi per arrivare in Svizzera!

La Vichi, sebbene carica come un somaro, ha retto bene quella strada fatta in seconda (spesso i tornati hanno richiesto la prima... vi ricordate i tapponi alpini alla Bartali e Coppi? È una di quelle strade lì!).

Dopo il passo la discesa... anche qui di seconda, praticamente in caduta verso il fondo valle con il freno a motore!

Arrivato in Svizzera potevo sbagliare un solo incrocio, Raggiunta la statale 28, invece di viaggiare verso la Francia avrei potuto dirigermi dall'altra parte, verso l'Austria e la Germania... secondo voi cosa ho fatto? Il navigatore era entrato in avaria, ovvero la Puffa dormiva della grossa, ed io, raggiunto l'incrocio, ho tirato dritto come un carro armato in direzione della Russia!

nanne


Arrivato ad un ameno posto di frontiera mi è sorto qualche dubbio: strano, ho pensato, che diavolo di confine è questo? I doganieri non mi hanno degnato di uno sguardo ed io, pensando che si potesse trattare di un confine “cantonale” ho proseguito imperterrito.

Poco dopo ho visto un cartello scritto in tedesco: ben venuti in Austria... non ero ancora del tutto convinto, forse speravo che qualche buontempone avesse piazzato quella scritta solo per fare uno scherzo a me ma, pochi chilometri dopo, ho trovato una seconda frontiera e questa volta non c'erano dubbi:dall'altra parte c'era la Germania!

Sono sceso dalla macchina con la cartina in mano, completamente disorientato, irrimediabilmente perso nel cuore dell'Europa. Ho raggiunto il posto di dogana e, con il mio tedesco rudimentale, ho chiesto ad una impiegata “dove siamo qui?”

n.d.P.: (se specifichi che era a tavole secondo me si capisce meglio... puoi mettere semplicemente “tavola” al posto di carta, no?)

La signora ha guardato la carta che le ho portato, ha girato una pagina ed ha indicato un punto sul foglio: mi è venuto da piangere, avevo viaggiato per quaranta chilometri nella direzione sbagliata!

Non mi è neppure passato per l'anticamera del cervello di documentare l'evento con una foto. Non sapevo se prendermi a schiaffi da solo o se tornare a casa con le pive nel sacco...

Ho girato la macchina ed imprecando come un carrettiere dei racconti di Guareschi, sono tornato sui miei passi (ovvero verso i passi alpini che ho elencato sopra!).

Ho avvisato la zia che mi aspettava che avrei tardato un po'...

Sulla carta stradale i dislivelli non si notato e quindi la Puffa mi ha consolato dicendomi “se da casa a qui abbiamo percorso duecento chilometri, da qui alla Francia ne mancano poco più del doppio.” Tenera fanciulla! Sulla sua carta la le distanze si misurano in linea d'aria ma tra lo Stelvio e Chamonix ci sono sempre le Alpi...!

In costante collegamento telefonico con la zia e con un sottofondo di improperi e turpiloquio, abbiamo proseguito lungo la stramaledetta strada 19 arrancando su e giù per i tornanti dei passi elvetici e, siccome le disgrazie non vengono mai da sole, ci siamo trovati in mezzo ad una perturbazione che ci ha impedito anche di apprezzare il paesaggio. Acqua e nebbia, nebbia ed acqua...

Per farla breve siamo arrivati in Alta Savoia dopo l'una di notte di sabato!

n.d.P.: (per me sembra che, messa così, tu intenda sabato sera...)

Scambiando due parole con i parenti sono arrivate quasi le due del mattino prima che potessimo andare in branda.

L'accordo con il vecchio Khit prevedeva che quando lui fosse stato in procinto di partire dal versante italiano del Frejus ci avrebbe fatto uno squillo, quindi noi ci saremmo alzati per raggiungere Chambery: località dove le nostre rotte si intersecavano. L'ora di partenza della colonna era stata fissata “verso le quattro del mattino” ma entrambi abbiamo convenuto che, data la notoria puntualità degli errequattristi, l'orario era del tutto indicativo e, probabilmente, il momento della partenza sarebbe stato posticipato... magari di qualche ora, speravo io!

Porca paletta, per la prima volta dal 1961 l'autista di una R4 è partito in orario!

Alle quattro del mattino, due ore dopo che ci eravamo coricati, la Puffa ed io siamo stati svegliati dalla telefonata del Grande Vecchio: la tromba aveva suonato il butta sella e bisognava partire! Come due ladri, nel cuore della notte ci siamo alzati e siamo sgattaiolati fuori dalla casa del parentado per dirigerci verso il luogo dell'appuntamento.

L'accordo era “dopo il confine solo SMS”... sì, ma se per concordare il luogo dell'appuntamento ci vogliono trecento SMS è meglio una telefonata! Abbiamo chiamato Khitarro e ci siamo messi d'accordo per trovarci nella prima area di sosta dopo l'incrocio delle due autostrade francesi. A questo punto, la proverbiale puntualità del conducente di R4 si è nuovamente manifestata: Khit e gli altri si erano fermati per fare rifornimento, secondo gli accordi la durata massima della sosta doveva essere di dieci minuti... magari!

n.d.k: (eravamo in  ritardato perche abbiamo sbagliato strada e ci siamo ritrovati in Belgio, sai com'è mi si era addormentato il navigatore...ha ha ha!!!)

Comunque, tutto è bene ciò che finisce bene: la colonna ci ha raggiunto all'area di sosta e lì è cominciata la festa.

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Tra sorpassi, fotografie e soste abbiamo vinto la noia dell'autostrada e siamo arrivati a destinazione!

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Unico rammarico che eravamo solo in quattro (più un camperone).... di Davide, il finto piemontese che avrebbe dovuto viaggiare con noi, rimaneva solo una traccia di gomma bruciata sull’asfalto.


L'accesso al campo base del raduno è stata un'altra avventura...

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n.d.P.: MA MA MA! Mancano il pranzone e la faccenda del genovese che voleva offrire l'orrido caffè franco!!

...è vero, onore al merito, manca qualcosa. Nel primo pomeriggio i morsi della fame si sono fatti sentire quindi abbiamo cercato un area di sosta dove fermarci a pranzare. Potete immaginare cosa è uscito dai bagagliai delle quattro R4 e dalla cambusa del camperone! Solo l'equipaggio ligure era sfornito di vettovaglie e si è sentito un po' in imbarazzo ad accettare l'ospitalità del resto della carovana, comunque, vinta l'iniziale ritrosia, anche i liguri hanno banchettato con noi. Al termine del pranzo il papà di Hugsquarta, per sdebitarsi, ha insistito per offrirci un caffè all'autogrill. Lo sapete come fanno il caffè i francesi? ORRORE! Tanto più che noi avevamo al seguito un'intera batteria di moke e qualche chilo di caffè nostrano... come fare a declinare l'invito senza offenderlo? Alla fine abbiamo dovuto essere espliciti: il caffè francese fa schifo! Meglio quello della nostra moka. L'occasione per sdebitarsi l'ha avuta in serata per la grigliata per la quale ha procurato materia prima locale di ottima qualità: ciccia e salumi.

Se fino al cancello principale dello spiazzo il navigatore satellitare di “rosso leader” non ha sbagliato un colpo, tra i campi della pianura francese neppure la tecnologia della nostra guida ha potuto salvarci e quindi ci siamo persi in comitiva!

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Cose da poco. Con due telefonate abbiamo ritrovato la strada giusta e siamo arrivati al portale d'ingresso dell'area del raduno.

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Qui, come ho già narrato in altra sede, è avvenuto il miracolo della parola, ovvero ho imparato a parlare il francese senza mani!

Delle due giornate del raduno ho già parlato altrove e, forse, riparlerò in futuro.

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Nella mattinata di domenica volevo partire per rientrare in Italia entro la mattina del giorno seguente. Sono riuscito a partire solo dopo mezzo giorno... troppe cose da vedere, troppe macchine da guardare...

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Quella di domenica pomeriggio è stata la parte più bella del viaggio dal punto di vista turistico – paesaggistico. L'aria tersa dai temporali e dal vento dei giorni precedenti era limpida ed i colori del paesaggio rurale splendevano.

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pomeriggio2 pomeriggio3

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Ovviamente ogni medaglia ha il suo rovescio e, calata la sera è ricominciata la pioggia!

 

La Puffa, dopo qualche minuto (secondo) di viaggio, mi ha comunicato che avrebbe pisolato un po' (n.d.P: baro!! sei stato tu a dirmi di ninnare un blitz!!) mentre attraversavamo la Francia,dove le strade erano facili, così da essere ben sveglia quando fossimo entrati in Svizzera dove la viabilità sembrava più complicata. Dopo avermi comunicato il nome della località dove avrei dovuto svegliarla per ottenere nuove indicazioni, ha chiuso gli occhi ed ha cominciato a russare. Così di tappa in tappa.

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la puffa addormentata che finge di guidare...

Giunta la sera siamo arrivati alla frontiera con la Svizzera dove un rude doganiere ci ha imposto nostro malgrado di acquistare la vignetta autostradale (ovvero l'abbonamento per tutte le autostrade svizzere valevole dal 1° dicembre 2010 al 31 gennaio 2012). Ho provato a spiegare all'illustre personaggio che non era mia intenzione viaggiare in autostrada ma questi, con un tono che non ammetteva nessuna replica, mi ha risposto testualmente ”voi andate in Italia: non è possibile che ci andiate senza percorrere l'autostrada!”

Esposta obbligatoriamente la vignetta, tanto per non sprecare il denaro ormai speso, mi sono lanciato verso l'Italia in autostrada. La Puffa ne ha vilmente approfittato per continuare a dormire: “tanto, viaggi in autostrada!” mi ha detto.

Solo soletto, nella notte elvetica ho tirato avanti fin che ho potuto dopo di che mi sono fermato a riposare un paio d'ore. La mia vecchia autoradio ha dato forfait pochi giorni prima della partenza quindi non ho avuto neppure il conforto delle mie cassette audio. n.d.k: (...niente Guccini???)

Ovviamente, tanto per non perderci l'abitudine, ad un certo punto abbiamo lasciato l'autostrada per lanciarci su per qualche passo alpino tra i quali il Julierpass (da wikipedia “... in italiano Passo dello Julier o Passo del Giulia...”, indovinate come è registrata all'anagrafe la Puffa! [n.d.P.: SPIO!!]) 2284 metri, il Bernina 2.323 metri, il Tonale 1883 metri. n.d.k: (famosissimo passo detto anche il passo della Puffa)

Tanto per non farci mancare nulla, dopo l'uragano di sabato sera a Thenay, lunedì mattina sul Bernina abbiamo trovato la neve!

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Sono arrivato a casa verso mezzogiorno di lunedì, stanco come un somaro, dopo quasi ventiquattro ore di guida... non ne potevo letteralmente più! Mi sono stramaledetto da solo, ho stramaledetto la Puffa che mi ha incoraggiato a fare questa follia, ho stramaledetto mia moglie che non mi ha impedito di farla, la Vichi per non essere esplosa prima della partenza, tre quarti dei santi del paradiso in ordine alfabetico e non so quali altre divinità antiche e moderne.

Il giorno dopo stavo già pensando a qualche altra bella gita ed ai prossimi raduni... maledetti anche voi e questa dannata passione per un barattolo di latta!!!

A questo punto potrei fare copia – incolla con il finale dell'articolo di Figline o con quello di Milano (potrebbe diventare il tormentone estivo del portale, una specie di sigla di coda) ma non lo faccio perchè sono dispettoso!

Se volete ve lo andate a leggere altrove.

Comunque la Vichi ha retto bene la prova anche se è arrivata a casa un po' claudicante per via di un semiasse rumoroso. Calcolando che sia all'andata che al ritorno ha viaggiato per un sacco di ore senza sosta e, specialmente all'andata, era più carica dell'asinello di santa Lucia, non posso che essere soddisfatto del suo comportamento quindi brava Vichi!

Grande plauso al sottoscritto che, forte dell'entusiasmo e della vitalità di due ventenni, ha guidato per un sacchissimo di chilometri su strade buone e su strade infami senza crollare addormentato sul volante o riportare danni permanenti.

Nota di demerito alla Puffa che, nonostante non abbia ancora compiuto i vent'anni e quindi disponga di energie illimitate, non ha fatto altro che pisolare per tutta la strada!

Alcuni dati statistici

(solo ora mi accingo a fare un po' di contabilità: se questo articolo dovesse essere pubblicato incompleto e postumo vuol dire che i numeri mi hanno fatto più paura dello Stelvio e le mie coronarie non hanno retto allo sforzo!)

chilometri percorsi 2708

litri di carburante 175,17

chilometri per litro di carburante 15,45 (6,47%)

euro bruciati in carburante 156,87

pedaggi autostradali chiedere a Khitarro n.d.k:( no comment sopratutto per quelli francesi)

ore di sonno perse troppe

pasti cucinati alcuni

litri di caffè preparati diversi

dei quali versati sul suolo francese alcuni

n.d.P.: mancano quelli che si è ciucciata la Puffa senza perdere sonno, a differenza del vecchietto :P

equipaggi trentini QUATTRO!

trentini nel mondo DIECI!!

 

 

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