Introduzione al racconto di un’impresa

 

002Ciao a tutti i nostri amici del mondo Quatrelle, con questa breve premessa vorrei introdurre l’articolo che riporterò qui sotto. Nel numero 19 di 4L Magazine ho letto un bellissimo reportage che descrive per filo e per segno la fantastica impresa che quattro ragazze riuscirono a compiere la bellezza di 45 anni fa, un’ avventura che personalmente mi ha colpito in maniera forte e appassionante, a tal punto da farmi decidere di tradurlo in toto nella maniera più fedele possibileal fine di farla conoscerea tutti gli  amanti della 4 non possono esimersi dal leggerlo.

Grazie anche se in ritardo ragazze, e spero di riuscire anch’io ad imparare a viaggiare in lungo e in largo con la mia 4

Un grazie va quindi a 4L Magazine che continua a far affiorare queste vicende.

Ringrazio mia cognata Melissa per la supervisione nella traduzione dal francese pur essendo al settimo mese di gravidanza.

 

 

SOPRAVVISUTE

 

 

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Tra l’ 11 Giugno e il 29 ottobre 1965 quattro ragazze e due R4L sono riuscite ad attraversare le due americhe da parte a parte. L’impresa ha fatto molto rumore. A buon diritto.

Armate di una potente determinazione di grande coraggio e di materiale scelto con giudizio, le avventuriere sono riuscite a superare in tempi record, tutte le difficoltà che costellavano i circa 40000 Km da percorrere. Ritorno sull’ epopea della 4 “L”, e primo piano su una delle macchine sopravissute.

 

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Nella serata di giovedì 25 Niovembre 1965 quattro donne sono state ricevute in pompa magna al pub Renault, sugli Champ Elysees da Pierre Dreyfus, presidente e direttore Generale delle Officine Renault (RNUR) . Le quattro protagoniste di questo cocktail un po’ speciale , cioè le 4 donne (4 elle) sono riuscite a realizzare una vera impresa percorrendo in quattro mesi e mezzo 40000 km

al volante di due 4L partendo da Ushuaia, nell’ estremo sud dell’ Argentina fino ad anchorage in Alaska. Una cosa mai vista nella storia delle spedizioni terrestri in automobile comprese le due $l messe a disposizione dal costruttore nazionale

 

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Quasi un prodigio

 

L’impresa sembrava ardua, per non dire Irrealizzabile, a qualcuno dei partner/collaboratori sollecitati da Michele Ray, istigatrice del progetto che andra a condurre le quattro avventuriere e le loro due vetture sulle strade, le piste e i territori a volte molto inospitali che si estendono lungo tutto il percorso previsto. Pertanto, venerdì 29 Ottobre alla fine della giornata arrivò la notizia che Michele ray, Eliane Lucette, Elisabette (Betty) Gerard e Martine Libersart ebbero raggiunto Archorage in Alaska, al volante delle loro Renault 4, sane e salve.

Per compiere questo “quasi prodigio” hanno dovuto attraversare l’ Argentina, il Paraguay, il Brasile (compreso il piccolo stato del Mato Grosso,Nel cuore dell’ Amazzonia) la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, poi Panama, il Costarica, il Nicaragua, l’ Honduras, El Salvador, il Guatemala, il Messico e infine l’ovest degli Stati Uniti e del Canada prima di raggiungere la destinazione finale. Un percorso a voce appena immaginabile, qualsiasi sia stata l’ epoca o lo spirito  del candidato per la grande traversata.

 

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Dell’ inedito e del solido

 

All’ occorrenza, la capitana della squadra che tornò vittoriosa dalla spedizione “ Terra di Fuoco “ raccolse legittimamente le lodi che Pierre Dreyfusdestino loro, in quel 25 Novembre 1965.

Poiché il meno che poteva dire, fu che Michele Ray e le sue tre compagne riuscirono a sfoggiare un’ audacia ammirabile e un temperamento ben forgiato. Michele, che aveva vissuto cinque anni in Africa prima di ritrovarsi modella per chanel a Parigi per più due anni, lanciandosi poi nella sfida per il gusto dell’ azione, della scoperta della guida su tutti i terreni. Perché una attraversata delle due americhe? Perché aveva voglia di calcare le terre a lei sconosciute e perché la sua precedente idea, quella di una spedizione Parigi-Pechino, si rivelò troppodifficile da realizzare. L’Africa? Lei aveva già solcato migliaia di chilometri al volante di varie vetture. No, deve fare qualcosa di nuovo, d’inedito, di concreto.Si tratterà dunque di una attraversata completa da sud a nord dei due continenti americani. L’ itinerario tuttavia non fu del tutto ineditoper il passaggio delle automobili. Nel 1951m infatti, l’esploratore Jean Raspail e la sua squadra avevano collegato anch’essi la Terra del fuoco e l’Alaska con due valorose renault Colorale ma ci impiegarono più di nove mesi petr completare il tragitto .

No, decisamente, quelle che ardentemente riuscirono ad effettuare queste quattro ragazze non ricorda nulla di conosciuto.

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Senza sottrarsi mai

 

Fra tutte le vetture da scegliere per tentare l’ impossibile, le due Renault 4 dunque non hanno ancora brillato, o forse non abbastanza  su questo genere d’ impresa?

Si ricorda l’ attraversata delle ande fatta da quattro studentinel Luglio del 1962. E soprattutto della Sidney-Paris completata tra Novembre ‘62 e Giugno ‘63 da due giovani neozelandesi con uno dei primi esemplari della nuova piccola trazione anteriore francese. Peraltro la 4l, commercializzata dalla fine delell’anno 1961 era un prodotto recente nel catalogo dei suoi costruttori. Sicuramente rivendica già una certa polivalenza assortita da una notevole capacità di superamento grazie, chiaramente, alle sue quattro ruote indipendenti e alla leggerezza per la sua categoria, meno di 700 Kg. Ma da qui ad attraversare le steppe glaciali della Patagonia, gli altipiani  brasiliani, le cordigliere delle Ande, le regioni equatoriali invase da fiumi più o meno attraversabili per terminare nella neve dell’ Alaska, il tutto in quei 40000 Km al ritmo di 300 km al giorno di media… !

Ecco pertanto la sfida che questa piccola automobile permise da quattro donne risolute di realizzare,

senza mai arrendersi al loro desiderio. All’ epoca, i commentatori, che ricoprirono le quattro eroine d’ aggettivi lusinghieri non mancarono del resto di rilevare l’ impressionante robustezza delle Renault 4. Per Pierre Dreyfus  l’ operazione marketing, come disse allora, si rivelò perfettamente riuscita.

 

Auto da ragazze ?

 

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Mediamente qualche operazione di manutenzione fatta al momento giusto ( le quattro donne avevano seguito prima della partenza uno stage di tre settimane alla Regie al fine di familiarizzare con le differenti operazione di manutenzione e riparazione) le vetture hanno effettivamente ben resistito a tutti i bruschi trattamenti loro inflitti e i quali alla fine lasceranno dubbio alcuno sulla robustezza fino ad “ Anchorage”.

 

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A metà percorso, fecero accertamenti e una revisione generale ma ufficialmente le due R4L 1965 non avranno bisogno che di pochi interventi: circuito frenante danneggiato (incidente avvenuto prima della partenza da Ushuaia, nell’ aeroporto militare C46 argentino che trasportava viaggiatori e vetture da Buenos Aires a Rio Grande) un componente del blocco cambio  bloccato per circa 2000Km senza una ragione specifica, un parabrezza rotto a causa di una pietra che l’ha urtato a 1500Km dall’ arrivo. Beh piccole cose tenendo conto di quello che accaduto prima dei festeggiamenti. L’ incidente più grave sopraggiunse solo dopo il passaggio della linea d’ arrivo, sulla strada che portava a Montéal, dove le avventuriere avevano appuntamento con il sindaco della metropoli quebechiana.

 

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Nel tentativo di evitare un camion su una strada ghiacciata, la R4L di Michele Ray inclinò due dei suoi quattro semiassi delle ruote. L’auto arrivò in città circolando diagonalmente (come un granchio). Per la direzione della Regie Renault la spedizione Michele Ray portò almeno due cose. Da una parte, che la Renault 4 si confermò all’ altezza delle sue qualità straordinarie, potenziale proclamato alla nascita del concetto della lunghezza di comunicazione della RNUR . Dall’ altra che questa piccola automobile si adatta particolarmente alle donne, sebbene sia intrepida e avventuriera. E questo non dispiacque a Pierre Dreyfus che lancerà un certo numero di campagne pubblicitarie diffuse in questa direzione. Una vettura da ragazze? Dire così non è corretto, ma un’auto dove ciascuno (o ciascuna) può ricavarne la parte migliore, questo è certo!

 

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(fonte 4l Magazine N 19 Agosto-Ottobre 2010)

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